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Diario del
Viaggio in Brianza
(agosto 1818)

di Stendhal

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i libri di brianze




Arrigo Beyle, milanese

Sulla tomba del cimitero di Montmartre, dove Stendhal riposa dal 1842, l'epigrafe da lui stesso predisposta già nel 1821, recita, appunto, lapidaria: “Arrigo Beyle - milanese - scrisse, amò, visse”.
A distanza di centonovant'anni dal suo memorabile Voyage dans la Brianza (agosto 1818) e a quaranta dalla ristampa che ne fecero “Gli amici della Brianza” - correva il mitico anno 1968 - Brianze ha voluto ricordare con questo libro il “milanese” Stendhal: ma soprattutto il rapporto che lo scrittore francese ha intessuto con le terre a nord di Milano.
Per questo motivo abbiamo voluto corredare il breve Voyage - secondo alcuni critici forse il migliore tra i suoi diari di viaggio - con un'operetta sconosciuta ai più: Il forestiere in Italia, ambientata in quel di Desio. Precisamente nella fascinosa villa Traversi, oggi nota come villa Tittoni. Qui Stendhal era solito incontrare Matilde Dembowski Viscontini, uno dei suoi tormentati amori milanesi.
Così il nostro viaggio stendhaliano toccherà Giussano, Inverigo, Asso, i laghi di Segrino, Pusiano ed Oggiono, Monticello, per finire a Desio...
“Questo turismo sentimentale sulle orme di Stendhal - come scrive con felice intuizione Nik Albanese - ci può aiutare a scoprire l'anima della Brianza”, e a guardarla con l'occhio del “cittadino di cosmopoli”.
Non pretendiamo certo di esaurire in questo nostro volumetto tutte le pagine, anche sparse, che Stendhal/Beyle dedicò a Como, a Monza ed alla Brianza; infinite diramazioni e divagazioni, tipiche del nostro, ci porterebbero non so dove.
Ci basti trasmettere in minima parte quel senso della bellezza che promanava dalla nostra Brianza di allora e che Arrigo Beyle, quasi inebriato, così mirabilmente descrisse, durante un breve soggiorno a Monticello: ”La sensation du beau vous y arrive par bouffées de tous les cotés “.

Paolo Pirola
Associazione culturale Brianze
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